Friday, March 29, 2024

Che non sia interpretata come una scusa per giustificare i chili di troppo che, si sa, non sono affatto salutari, ma la perdita di massa corporea con l’età  è stata trovata intimamente associata al rischio degli anziani di sviluppare il morbo di Alzheimer, e più grande è la perdita di peso, maggiore sarebbe tale rischio. Questa associazione è stata individuata in uno studio pubblicato sulla rivista Neurology e condotto da Aron Buchman e David Bennett del Rush University Medical Center a Chicago come parte del Religious Orders Study finanziato dal National Institute on Aging (NIA).

La perdita di massa corporea, quindi, potrebbe essere considerata un ottimo fattore predittivo della malattia.
I neurologi e i medici che seguono pazienti con demenza senile, malattia neurodegenerativa che si accompagna a perdita progressiva delle funzioni cognitive, sono da tempo consapevoli del fatto che i malati perdono massa corporea ma mai prima d’ora le attenzioni si erano concentrate sui soggetti sani di età  avanzata.

Cosàì gli esperti hanno coinvolto 820 individui over-65 tutti sani all’inizio dello studio, sottoponendoli al monitoraggio continuo della salute generale, dello stato di salute neurologico e delle capacità  cognitive, nonchà© dell’indice di massa corporea – IMC (che si misura come rapporto tra peso in chili ed altezza in metri moltiplicata per se stessa). All’inizio dello studio in media l’IMC del campione era di 27,4.

Durante il periodo di follow-up, 151 dei partecipanti (pari al 18,4 per cento del campione) hanno sviluppato la malattia. I ricercatori hanno stimato che per ogni unita di IMC persa ogni anno il rischio di ammalarsi è del 35 per cento più alto rispetto a chi non ha questa perdita. E anche le persone che non perdono massa corporea rischiano il 20 per cento in più rispetto a chi, al contrario, guadagna un po’ di peso.

Anche soppesando per tutti i fattori che possono influire sulla veridicità  di queste stime rimane un rischio di andare incontro a declino cognitivo del 35 per cento più alto per persone che perdono un po’ di massa (un’unità  di IMC l’anno) rispetto a chi rimane stabile; e questi ultimi a loro volta hanno un rischio di declino cognitivo l’80 per cento più alto di chi guadagna un po’ di peso. I ricercatori suggeriscono che la perdita di IMC sia un fattore predittivo clinico della malattia, anzi che sia un primo segno clinico di essa che precede quello meglio noto, ossia il declino mnemonico.

Poichà© esistono finora pochi fattori predittivi della malattia e poichà© misurare la riduzione della massa corporea è una pratica facile e immediata, questi risultati assumono un’importanza enorme in termini di intervento precoce sul paziente. Inoltre suggeriscono che l’Alzheimer non sia solo colpevole di disfunzioni cognitive ma che abbia anche una varietà  di altri sintomi finora non associati alla malattia, sintomi diversi a seconda delle regioni cerebrali interessate dal danno: se per esempio l’area cerebrale che controlla il peso corporeo è la prima ad essere interessata allora cambiamenti di massa corporea si manifesteranno prima dei sintomi cognitivi.

Fonte: http://it.health.yahoo.net