Thursday, April 25, 2024

Presentato il rapporto sulle politiche contro la povertà  e l’esclusione sociale 2004. Dal dossier, curato dalla commissione di indagine guidata dal professor Giancarlo Rovati, risulta in lieve calo la povertà , ma non diminuisce la preoccupazione delle famiglie, soprattutto al Nord e nelle aree urbane. Il sottosegretario al Welfare Grazia Sestini: “dati preziosi per il Governo”.

“Il rapporto, riferito agli anni 2003-2004, il secondo realizzato dalla commissione di indagine sull’esclusione sociale, istituita ai sensi della legge 328/2000, è uno strumento prezioso, che serve a fare chiarezza e costituirà  una base affidabile per un corretto riequilibrio delle politiche di Welfare complessivamente intese, anche alla luce di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, in varie sentenze, relativamente alle nuove competenze delle Regioni”.

Questo il giudizio della senatrice Grazia Sestini, sottosegretario al Welfare con delega alle politiche sociali, a seguito della presentazione alla stampa del rapporto. “Il lavoro della commissione di esperti presieduta dal professor Giancarlo Rovati, dell’Università  Cattolica di Milano – osserva Sestini – ci permette intanto di fare chiarezza e di sgombrare il campo da equivoci, che talvolta emergono, a seguito di indagini sulla povertà , che non hanno il pregio di essere altrettanto scientificamente accurate”.

“Mi riferisco – spiega il sottosegretario – alla differenza fra la cosiddetta povertà  assoluta e la cosiddetta povertà  relativa, definite in senso oggettivo dagli studiosi in base ai parametri istat. Ma soprattutto – prosegue – mi riferisco alla cosiddetta intensità  della povertà  che si riferisce alle condizioni di vita in un determinato ambito sociale e territoriale, e maggiormente alla cosiddetta povertà  soggettiva, che è determinata dalla percezione di un gap rispetto a chi ci circonda, e che viene riassunta nella differenza fra l’essere poveri e il sentirsi poveri”.

“Il rapporto ci mostra che la tesi di un progressivo e sensibile impoverimento delle famiglie non ha un riscontro oggettivo, e che anzi negli anni considerati vi è una frazionale diminuzione della povertà  oggettivamente intesa (le famiglie sicuramente povere sono il 4,9% nel 2003 contro il 5,1% nel 2002, mentre quelle appena povere sono il 5,7% nel 2003 contro il 5,9% nel 2002, e quelle quasi povere il 7,9% contro l’8% dell’anno prima). Aumentano, di contro, le famiglie sicuramente non povere, passate a 81,5% nel 2003, contro l’81% del 2002 e l’80 % del 2000″.

“Diverso il dato sulla cosiddetta intensità  della povertà  e sulla percezione della povertà  che è maggiore al Nord e in talune zone del Centro, soprattutto in corrispondenza di grandi aree metropolitane dove le aspettative sono più alte rispetto ai piccoli agglomerati. Particolarmente eclatante, in questo senso, il dato sulla cosiddetta povertà  soggettiva che addirittura al Nord (7,7%) è superiore a quello della povertà  oggettiva (5%), mentre al Centro la povertà  oggettiva è pari al 6,7% e quella soggettiva al 5,6%, ed al Sud dove la povertà  oggettiva raggiunge il 22,4%, quella soggettiva si attesta al 12,1%”.

“Complessivamente – sottolinea il sottosegretario al Welfare – il rapporto ci mostra che esiste, soprattutto nelle zone più ricche del Paese, una situazione di preoccupazione, che acuisce, oltre la realtà  oggettiva, una percezione di povertà  o un timore di povertà  delle famiglie italiane. Di contro questa sensazione è tanto minore, quanto più si vive in aree povere del Paese. E’ un dato che dobbiamo considerare con attenzione, che non va sottovalutato, ma che dipende in larga misura da una situazione comune ai Paesi più avanzati in ambito Ue”.

“Relativamente alle politiche messe in atto dal Governo, il rapporto – nota il sottosegretario al Welfare – ci mostra i correttivi da adottare, e certamente sarà  impegno del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali in occasione della prossima finanziaria attuare una forte azione in questo senso. Mi riferisco – spiega – soprattutto a misure in grado di riequilibrare le politiche fiscali, in particolare in favore dei cosiddetti incapienti, che non hanno beneficiato delle più recenti misure di riduzione del carico fiscale”.

“Infine, in relazione alle politiche adottate dal Governo per i pensionati poveri, ovvero la maggiorazione sociale che prevede l’innalzamento delle pensioni ad un minimo di 516 euro, è interessante notare – conclude il sottosegretario al Welfare – come la stima iniziale di 1 milione e 800 mila persone, sia stata ridotta a seguito delle verifiche di legge, a circa 1,6 milioni di aventi diritto nel 2002, calati a 1,5 nel 2003 e ulteriormente calati a 1,4 nel 2004″.

Fonte: welfare.gov

Il testo dei Documenti:

Rapporto sulle politiche contro la povertà  e l’esclusione sociale 2004

Piano di azione nazionale contro la povertà  e l’esclusione sociale 2003-2005 è scaricabile sullo Sportello Inform@nziani Professionale.

Per informazioni leggi la scheda informativa oppure scrivi a info@informanziani.it.