Thursday, April 25, 2024

Nel nostro Paese gli over 50 rappresentano una forza lavoro sottoutilizzata. Uno studio condotto dall’Eurispes segnala che nel 2004, ogni cento persone di età  compresa fra i 55 e i 64 anni, in Italia ne lavorano 31, contro 41 in Francia, 43 in Germania, 57 nel Regno Unito e i 70 svedesi (la Svezia è in vetta alla classifica europea).

Il nostro Paese espelle dal ciclo produttivo i meno giovani senza garantire opportunità  valide di reingresso. La discriminazione dei lavoratori ultracinquantenni – sottolinea Gian Maria Fara, presidente dell’Eurispes – rischia di acuire un disagio già  esistente e di rappresentare, con l’intensificazione dei fenomeni di invecchiamento, un elemento di diffuso allarme sociale.

Si tratta di una dinamica, segnala lo studio, che, collegata ai trend demografici, rischia di causare notevoli ripercussioni sulla sostenibilità  dei sistemi previdenziali, già  oberati dalla congiuntura attuale. E’ sempre più ampio, dunque, il divario tra la percentuale di popolazione ultracinquantenne in attività  e la percentuale di anziani sulla popolazione in età  attiva. Oggi risulta posticipato l’ingresso nel mondo del lavoro, ma si osserva una brusca caduta dell’occupazione già  intorno ai 55 anni.

Nel 29,4% dei casi in Europa si smette di lavorare per prepensionamento, nel 27,8% per pensionamento, nel 15,3% per ragioni di malattia o per sopraggiunta disabilità  o per licenziamento (12 per cento). Il sistema, secondo l’Eurispes, non è in grado di garantire incentivi per scoraggiare l’abbandono prematuro del posto di lavoro, come difetta la promozione di interventi di formazione continua e la diffusione del part time come ricetta di accessibilità  al lavoro anche per gli over 50.
Nonostante questo si registra dal 1999 una contrazione dei flussi di uscita dal mercato del lavoro della popolazione in età  matura. L’aumento dell’occupazione in questa fascia d’età  riguarda in modo sensibilmente superiore le donne, che spesso di riaffacciano al mondo del lavoro.

Gli over 50 occupati occupano posti soprattutto nella pubblica amministrazione, in agricoltura e nel commercio. Prevalgono, comunque, i lavoratori autonomi (61,3%) sui dipendenti (38,7 per cento). Conta molto, comunque, il titolo di studio posseduto: tra i sessantenni laureati una persona su due è ancora occupata, contro una su tre diplomata e una su sei con la licenza media.

Fonte: Il sole24ore