Thursday, April 18, 2024

Meglio soli che male accompagnati recita un detto, forse preso troppo sul serio dagli anziani italiani soli, che hanno poca voglia di tentare un’unione o ritentare un nuovo rapporto. Se lo fanno, donne e uomini preferiscono convivere più che sposarsi. L’identikit della situazione nazionale viene messa a nudo da una indagine dell’Osservatorio della terza età , Ageing Society.

Dei 14,3 mln di persone sopra i 60 anni il il 42,8% è rappresentato da uomini ed il restante 57,2% da donne. Il 62,5% del totale sono coniugati (quasi 9 milioni in cifra assoluta), mentre vedovi e vedove sono poco più di 4 milioni (il 28%), divorziati e divorziate rappresentano solo l’1,2% (178 mila) e circa 1,2 milioni non si sono mai state sposate.

Leggendo più approfonditamente i dati si rileva che le percentuali tendono a divergere significativamente fra i due sessi: infatti, mentre l’82% degli uomini anziani risulta coniugato, le donne sono più del 48%. Ciò è essenzialmente spiegabile con la considerevole incidenza delle vedove sul numero delle donne anziane (il 41,4% del totale, contro appena il 10% degli uomini). Le divorziate, inoltre, sono in leggera prevalenza rispetto agli uomini (rispettivamente 1,3% contro 1,1%).

Nel complesso i nonni ˜single’ sfiorano i 5 milioni 380 mila e la stragrande maggioranza di essi è destinata a restare tale. Motivi di carattere economico, difficoltà  pratiche, rassegnazione, mentalità  legata al pudore di fare coppia in età  avanzata, sono alla base del fenomeno che vede l’anziano destinato a trascorrere l’ultima parte della sua esistenza senza una persona al suo fianco. Quanti, per la verità  molto pochi, decidono di sovvertire questa tendenza, optano per la convivenza senza legami giuridici.

L’Osservatorio della terza età  ha messo in evidenza che 200 mila delle 800 mila coppie di fatto italiane, cioè una su quattro, sono formate da over 60enni. Di contro le persone con almeno 60 anni di età  che, nel 2000, hanno contratto matrimonio sono 5.600 (solo il 2% del totale dei matrimoni celebrati nel paese), di cui 4.139 uomini e 1.456 donne. Se per gli uomini, il 41,2% dei relativi matrimoni sono contratti da vedovi, il 34,2% da divorziati ed il restante 24,6% da celibi, inversamente, il 44,9% delle donne che convola a giuste nozze e’ nubile, il 28,8% sono divorziate ed il restante 26,2% sono vedove.

In termini relativi, però, i valori più elevati si riscontrano per i divorziati: ogni 1.000 anziani uomini 20 si risposano, contro un’incidenza che per le donne è pari al 4 per mille. Di contro, invece, ogni mille donne anziane sposate quasi 2 si separano; valore che per gli uomini scende all’1,6.

Abbastanza singolare, poi, sono gli incroci di età  tra le nuove unioni. Per gli uomini anziani che contraggono matrimonio, la consorte ha circa 52 anni; per le donne si sale a 63 anni. Ma la cosa più interessante e’ che il 10% degli uomini si sposano con una donna che ha meno di 35 anni di età , possibilmente bionda e carina, mentre solo il 3,7% delle anziane si unisce con uomini poco più che trentenni. Addirittura per il 5,1% dei maschi, molto probabilmente con un solido conto in banca, l’età  della sposa è inferiore ai 30 anni (2,1% per le donne). Inoltre ben il 79% delle donne anziane sceglie un consorte con almeno 60 anni di età , contro un’incidenza che per gli uomini flette sotto il 28%.

La scarsa propensione tra gli anziani a creare un nuovo nucleo familiare – osserva Roberto Messina, segretario generale dell’Osservatorio della terza età  – e’ dovuta anche dalla mancanza di convenienza a farlo. In caso di matrimonio, per esempio, si perde la reversibilità , ma non si tiene conto dei risparmi possibili se gli anziani potessero contare sulla reciproca solidarietà  nella vita di tutti i giorni.

Fonte: Roma news