Thursday, April 25, 2024

Un gruppo di ricercatori italiani, guidati da Fabrizio Benedetti dell’Università  di Torino, ha dimostrato che un trattamento “fittizio” può avere un effetto positivo sull’attività  cerebrale dei pazienti con il morbo di Parkinson. Nello studio, pubblicato sulla rivista “Nature Neuroscience”, la terapia a base di placebo ha fatto tornare a livelli di attività  più normali la parte di cervello che nella malattia è iperattiva. Si tratta di un cambiamento associato da vicino a un miglioramento dei sintomi. Il professor Benedetti e colleghi hanno somministrato a 11 pazienti con il morbo di Parkinson iniezioni di farmaci che alleviavano temporaneamente sintomi come la rigidità  muscolare e i tremiti. Più tardi, senza dire loro nulla, hanno dato agli stessi pazienti un’iniezione di placebo contenente un’innocua soluzione salina.

Sei pazienti hanno risposto al placebo e hanno sperimentato una riduzione della rigidità  del braccio. Inoltre, rispetto ai pazienti che non hanno risposto al trattamento, hanno mostrato anche una riduzione significativa dell’attività  delle cellule nervose in una parte del cervello chiamata nucleo subtalamico (STN), coinvolta nel controllo dei movimenti e iperattiva nei malati di Parkinson. Secondo gli scienziati, i risultati dimostrano che l’alleviarsi dei sintomi della malattia è collegato a un calo di attività  in questa regione cerebrale. Studi precedenti avevano già  mostrato che il placebo poteva favorire nel cervello la produzione della sostanza chimica dopamina. Le attuali terapie contro il Parkinson consistono appunto nell’aumentare la produzione di dopamina.

Fonte: Notiziario – Le Scienze on line