Thursday, March 28, 2024

“Gli anziani italiani sono sempre più poveri, ignorati e umiliati, ma continuano loro malgrado ad essere i maggiori finanziatori dello Stato con 37 miliardi di euro”. E’ questo il commento del presidente di Federanziani Roberto Messina di fronte ai dati diffusi oggi dall’Istat sulla povertà in Italia. “Bistrattati dagli ospedali, penalizzati dalle pensioni e tartassati dallo Stato, gli anziani italiani continuano ad essere, ancora di più in tempo di crisi, la colonna portante delle loro famiglie e il principale bacino a cui attinge lo Stato per mantenersi”.

“Ai dati dell’Istat – spiega Messina – occorre aggiungere altri numeri per capire ancora meglio i motivi di questa povertà. Primo fra tutti l’insostituibile contributo degli anziani alle famiglie dei loro figli. Se da un lato infatti, come evidenzia l’Istat, la povertà colpisce sempre di più le famiglie con uno o più minori a carico, dall’altro è vero che in loro aiuto sono sempre pronti a correre i nonni. Gli anziani italiani contribuiscono infatti ogni anno con la messa in campo di circa 4 miliardi di euro dalle loro pensioni per sostenere figli e nipoti. A questa somma si aggiungono le ore di lavoro non retribuito spese nell’attività di baby sitting ai nipoti. Una cifra stimabile in altri 24 miliardi di euro, se tali ore di lavoro fossero retribuite a una tariffa di 7 euro l’ora. Senza contare le spese, che è invece opportuno aggiungere, per l’acquisto di gelati, pannolini, vestitini, giocattoli, libri e vacanze per i nipoti”.

C’è poi il contributo che gli anziani danno all’economia nazionale con i loro consumi. “Basti pensare – spiega Messina – al settore del turismo dove i dati del Centro studi Sic Sanità in cifre di Federanziani evidenziano una progressiva crescita d’interessa da parte della terza età: oggi gli anziani sono circa il 22% dei 23 milioni di turisti italiani, il consumo annuale di turismo da parte degli anziani è pari a oltre 6 milioni di settimane di vacanza, per un valore totale di 3 miliardi di euro. Ai viaggi vanno aggiunti i consumi culturali, con le circa 24 milioni di visite ai musei che portano nelle casse di questi ultimi circa 96 milioni di euro”.

A fronte di questo sostegno economico alle famiglie italiane si registra il contributo per le cure. “Un contributo – spiega il presidente di Federanziani – che sempre più spesso gli anziani non sono più in grado di pagare: per molti infatti ormai curarsi è diventato un lusso. Il fatturato dell’industria farmaceutica totale in Italia supera di poco i 19 miliardi di euro. Ebbene il 63,2% è consumato, in termini di assunzioni di farmaci, dagli anziani, e di questi 19 miliardi di euro solo 11 sono a carico del Ssn. Degli 8 miliardi di euro restanti, gli anziani ne acquistano di tasca loro per quasi 5 miliardi di euro in contanti. Invece, degli 11 a carico dello Stato, almeno 600 milioni di euro sono in realtà a carico dei cittadini tra ticket, aumenti o acquisti senza ricetta”.

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