Thursday, April 25, 2024

Sono 99.935 i pensionati e le pensionate residenti nei 25 Comuni più colpiti dal terremoto che dal 20 maggio infierisce sull’Emilia-Romagna: 12.000 in provincia di Reggio Emilia, 47.110 a Modena, 23.700 a Ferrara, 17.125 a Bologna.

“Si tratta per lo più di persone anziane che si trovano ad affrontare una prova difficile, fatta di sradicamento dalle proprie case e dalle proprie abitudini, di solitudine, di sofferenza per il destino di figli, nipoti, parenti” dice Bruno Pizzica a nome della segreteria regionale dello Spi, il sindacato dei pensionati della Cgil.

“È un dramma che si aggiunge a tanti altri drammi – continua Pizzica –, ma che rischia di restare sotto traccia e che richiede viceversa grande attenzione e sensibilità perché coinvolge persone che a fatica potranno pensare di poter ricominciare e che vivranno l’ultimo scorcio di vita in condizioni di grande precarietà abitativa, di relazioni, di affetti”.

Lo Spi dell’Emilia-Romagna si è già attivato per la raccolta di fondi destinati alla ricostruzione con un progetto specifico che prevede, tra l’altro, un contributo mirato al ripristino della agibilità delle tante sedi sindacali oggi inagibili, che “costituiscono per tantissime persone anziane un punto di riferimento importante che non può essere smantellato”.

Oggi, una parte consistente di quei 99.395 pensionati colpiti, sta vivendo nei campi di accoglienza o in contesti di fortuna. “Proprio lì, nei campi o comunque nei luoghi in cui sono ospitati – aggiunge Pizzica – andremo a cercarli con i nostri attivisti, per parlare, per ascoltare, per coglierne i bisogni, per individuarne le fragilità e per poter sollecitare gli interventi necessari ad alleviare il disagio di oggi e, soprattutto, a restituire speranza di futuro con il conforto di non essere soli”.