Friday, March 29, 2024

Il decreto flussi 2010 sta per essere emanato. Ad aprire le porte è stato il decreto milleproroghe con l’articolo 10-ter.

C’è chi lo invoca in nome dell’imminente raccolto che aspetta braccia straniere e chi lo scongiura per far ripartire le imprese. Le preghiere sono state esaudite: il decreto flussi 2010 sta per essere emanato. Mancano gli ultimi passaggi burocratici tra il ministero dell’Interno e quello del Lavoro, ma l’iter di stesura del testo è ormai in dirittura d’arrivo. «Il decreto ricalcherà grossomodo quello del 2008» anticipano dal Viminale. Il che significa che le quote d’ingresso dovrebbero riguardare 105mila lavoratori domestici (ossia colf e badanti) e 45mila lavoratori provenienti da paesi “riservatari” che hanno sottoscritto o stanno per sottoscrivere specifici accordi di cooperazione con l’Italia in materia migratoria (per impieghi domestici o di altri settori produttivi). Un decreto flussi da 150mila posti, oltre ai circa 80mila stagionali tanto attesi dalla Cia e dalla Coldiretti.

Ad aprire le porte al nuovo decreto flussi è stato il milleproroghe che, con l’articolo 10-ter, ha stabilito che «in caso di mancata pubblicazione del decreto flussi annuale, il presidente del consiglio può provvedere in via transitoria, con proprio decreto, nel limite delle quote fissate dall’ultimo decreto emanato». Il nuovo testo deve quindi obbligatoriamente ricalcare l’ultimo decreto (quello del 2008), visto che manca la programmazione triennale, scaduta nel 2009 e non ancora rinnovata.


Per le nuove quote d’ingresso si sono battuti anche gli oltre 6mila imprenditori riuniti in Assolombarda, che la scorsa settimana hanno anche chiesto al ministro dell’Interno Roberto Maroni di semplificare le norme e le procedure amministrative che l’ingresso e la permanenza dei lavoratori stranieri in Italia.

Mentre l’ultimo decreto ha di fatto utilizzato la graduatoria delle richieste inevase relative al 2007, il nuovo provvedimento potrebbe prevedere un nuovo clic day.

Le istanze che arriveranno per via telematica, però, andranno ad aumentare la mole di lavoro degli sportelli unici delle prefetture, ancora alle prese con la procedura di emersione per i lavoratori domestici avviata a settembre del 2009. Al momento, solo una badante su quattro è stata chiamata per firmare insieme al proprio datore di lavoro il contratto. «Da febbraio abbiamo velocizzato il vaglio delle pratiche grazie all’arrivo di 32 dipendenti interinali assunti dal ministero – spiega Antonio Luigi Quarto, dirigente della prefettura di Milano –: oggi riusciamo a convocare 300 lavoratori al giorno. In molti casi però la documentazione risulta incompleta e siamo costretti a fissare un secondo appuntamento, il che rallenta la macchina». A creare i maggiori problemi sono stati i certificati medici di chi ha richiesto l’assunzione di una badante e i certificati relativi all’alloggio del lavoratore.

Anche a Roma la previsione è di archiviare la sanatoria entro luglio. «Abbiamo programmato il lavoro organizzando quasi 400 convocazioni al giorno», racconta il dirigente dello sportello Ferdinando Santoriello. Per ridurre al minimo le seconde convocazioni dovute agli errori nei documenti la prefettura di Roma ha pubblicato sul sito i facsimile della procura (per chi non può andare all’appuntamento di persona) e del certificato medico. Sempre attraverso il sito, nella capitale si sta sperimentando il servizio di appuntamento via sms. Chi non è ancora stato convocato può inserire online il proprio numero di cellulare l’indirizzo e-mail per essere convocato in tempo reale.

Fonte: http://www.ilsole24ore.com