Friday, April 26, 2024

Sette pensionati su dieci sono sicuri che avrebbero potuto continuare a lavorare anzichè andare in pensione.
Lo rileva una ricerca condotta dal Dipartimento di Scienze demografiche dell’Università  La Sapienza che ha indagato, in collaborazione con l’Isfol, le aspettative, gli atteggiamenti e i comportamenti delle persone fra i 50 e i 70 anni nei confronti del lavoro e della pensione.
Illustrata a Roma, assieme ad una ricerca parallela condotta nelle aziende di medie e grandi dimensioni, la ricerca evidenzia come solo il 27,29 per cento del totale degli intervistati dichiari che non avrebbe avuto le capacità  per rimanere al lavoro dopo il pensionamento. Secondo le interviste, l’età  stimata fino alla quale una persona mantiene piena capacità  di fare bene il suo lavoro aumenta con l’età  dell’intervistato: quelli fra i 50 e i 54 anni ritengono che un’adeguata capacità  di lavoro rimanga in media fino all’età  di 62 anni, quelli che hanno fra i 55 e i 59 anni fino all’età  di 64, quelli fra i 60 e i 64 fino a 67, quelli fra i 65 e i 69 lavorerebbero fino a 69 anni. La volontà  per un lavoratore di andare in pensione il più presto possibile è manifestata dal 52% degli intervistati fra i 50 e i 54 anni, dal 50% di quelli fra i 55 e i 59 anni, e dal 40% di quelli di 60 anni e oltre.
Allo stesso modo, più si è anziani, più si manifesta la volontà  di andare in pensione il più tardi possibile.
Un orientamento che non è condiviso dalle aziende. Nella ricerca loro riservata, infatti, si rileva che ben il 69% ritiene che ai lavoratori piacerebbe fruire di un pensionamento precoce, o piacerebbe loro essere incoraggiati ad averlo. E il 57% delle aziende ritiene problemi rilevanti l’invecchiamento e la riduzione delle forze di lavoro. Per fronteggiarli, ricorrono alla riqualificazione dei lavoratori incrementando, allo stesso tempo, l’automazione nella produzione. Per trattenere i lavoratori, ben l’80% delle aziende ritiene che la più importante politica che il Governo possa attuare sia una riduzione dei contributi obbligatori. I giovani vengono preferiti agli anziani, soprattutto per caratteristiche specifiche come l’adattabilità  all’innovazione e la familiarità  con l’informatica; gli anziani ai giovani per caratteristiche quali lealtà  e fedeltà  nei confronti dell’azienda, capacità  di guidare un gruppo, sensibilità  agli interessi dell’azienda.

Fonte: Asca