Friday, April 19, 2024

Vanno in chat, usano l’email ogni giorno, animano i forum e in rete passano parecchio del loro tempo libero. Sono i “silver surfer” l’anima dell’ultima rivoluzione silenziosa, quella degli internauti che avranno anche i capelli d’argento ma ben poco da invidiare ai loro nipotini in fatto di scioltezza web. Uno degli ultimi rapporti Nielsen li indica in Gran Bretagna come la vera novità : gli over-55 in un anno sono passati dal 16 al 19 per cento (+ 22%) rispetto al 2006, a scapito invece degli under-25 in calo dal 29 al 25 per cento (-16%). Se la cifra di per sà© può anche non far sobbalzare, indica però un “cambiamento fondamentale” secondo l’analista Alex Burmaster di Nielsen online.

Per dare un’occhiata al nostro futuro prossimo spesso basta guardare oltre Oceano: negli Stati Uniti per i pensionati la rete da tempo non è più tabù con il 22 per cento dei +65 che la usa abitualmente.

Da noi e in Spagna invece salgono di più le fasce centrali della popolazione.

Qualcosa si sta muovendo. L’ultimo rapporto Censis/Repubblica informa che un quinto gli over 60 in Italia usa quotidianamente internet per più di un’ora “dimostrando” secondo il direttore Giuseppe Roma “come il reticolo delle relazioni virtuali e l’informazione online abbia rotto le resistenze dei più refrattari verso le tecnologie digitali”.

Il mezzo da noi riguarda ancora un’à©lite ristretta fra le persone in età  matura. Ma questa à©lite cosa fa online? Trascorre il proprio tempo libero, ascolta la radio, incontra amici, visita i siti di social network: aspetto, questo, rilevante, che aiuta a sentirsi meno soli, a tutte le latitudini. E segno dei tempi: basti pensare a YouTube, dove una delle star più scaricate è un simpatico signore dal nickname che dice tutto: Geriatric1927. Più a sorpresa, i silver surfer italiani si informano sugli acquisti (66,7), li fanno (22,2) e svolgono pratiche amministrative (66,7 per cento). Per la maggior parte di loro internet è utile; non lo si usa perchà© non ne si è capaci, molto meno perchà© non lo si voglia usare o perchà© non interessi.

Ma allora il gap tecnologico ed il rischio ghettizzazione sono un’illusione? Esistono, esistono. E continuano a colpire in primis anziani, casalinghe e chi non conosce l’inglese. Il rapporto e-family 2007 di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici e da ANIE dello scorso marzo indicava che le famiglie digitali sono ormai il 60 per cento. Ma il rovescio della medaglia è che un 40 per cento è ancora tagliato fuori da una fetta di mondo, virtuale e non.

Fonte: La Repubblica