Thursday, April 25, 2024

Un aiuto alle famiglie che assistono malati di alzheimer, la patologia degenerativa delle cellule cerebrali che colpisce gli anziani e che – proprio con l’innalzarsi dell’età  della popolazione – è diventato ormai uno dei grossi problemi sanitari della nostra epoca. Si tratta di una patologia di fronte alla quale, spesso, i famigliari sei sentono disarmati anche dal punto di vista emotivo ed è per questo che il Comune di Cantù, capofila di quello che viene definito l’ambito territoriale e che coinvolge altre sette amministrazioni, aveva promosso in passato un sopporto psicologico. Spesso, però, le famiglie hanno bisogno anche di altro: di tempo per esempio, tempo per “staccare”, tempo magari anche solo per andare a fare la spesa con l’impossibilità  di lasciare sola la persona anziana affetta dal morbo. Nasce cosi’ il progetto “Tempo alzheimer” che prevede appunto la possibilità  per le famiglie di chiedere un’assistenza per un monte ore mensile stabilito, rivolgendosi a enti privati – cooperative o fondazioni – ma inseriti in una sorta di albo di accreditamento predisposto proprio dall’amministrazione comunale. L’iniziativa dovrebbe partire con il nuovo anno, forse già  dalla metà  di gennaio. In questi giorni si procederà  – attraverso la pubblicazione di un bando – alla raccolta delle proposte da parte degli enti interessati, la cui sede dovrà  comunque essere nel raggio di venti chilometri. Una volta predisposto il bando, le famiglie che richiederanno assistenza – dopo una via libera da parte degli uffici sociali del Comune – potranno rivolgersi direttamente a questa o quella cooperativa, “spendendo” un tagliando che dà  diritto a un certo numero di prestazioni o di ore di assistenza. Il servizio non sarà  interamente gratuito. il Comune – o, meglio, i Comuni interessati – copriranno una parte della spesa mentre l’altra sarà  a carico della famiglia: la quota sarà  stabilita in base a fasce di reddito. Quanto esteso possa essere il bacino di utenza interessato non è possibile stabilire con precisione. Il riferimento degli uffici comunali ai servizi sociali è sul numero di persone che in città  beneficiano del buono sociale, circa sessanta: è uno spaccato della realtà  che mette in luce come il 50% delle famiglie coinvolte deve fare fronte a questo tipo di problemi.

Fonte: Laprovinciadicomo.it