Thursday, April 25, 2024

Uno studio costruito su diverse tipologie d’acquisto – un carrello riempito di grandi marche, l’altro di prodotti a prezzi stracciati – che segna due tendenze: il profondo gap esistente fra Nord e Sud e la constatazione che il costo della spesa si abbassa solo dove scatta una forsennata concorrenza fra sigle. Una guerra combattuta a colpi di 2×3, promozioni e ribassi che fa bene al consumatore.

Riempire le pentole senza dissanguarsi, dunque, è un’impresa più difficile per chi abita nel Meridione d’Italia. Làì, infatti, la presenza di super o ipermercati e di hard discount è più ridotta o quasi insistente, la concorrenza langue e i prezzi salgono. Cosàì se Pisa è la città  più “low cost” d’Italia per la spesa alimentare, Messina risulta essere la più cara. Anche làì ci sono differenze fra un punto vendita e l’altro, ma a far la spesa alla Gs di via la Farina – il posto più economico della città  – si lascia comunque alle casse un secco 30 per cento in più rispetto alla Esselunga di Pisa.

Altroconsumo invita a fare lo slalom fra le vie della città : scegliendo un supermercato piuttosto che un altro a Firenze, per esempio, si possono risparmiare quasi 1.500 euro l’anno, ben oltre mille euro in meno anche a Milano, Roma, Bologna, Verona, Brescia, Udine, Perugia, Pescara e Parma. Ma ancora una volta il gioco non vale la candela se si scende di latitudine: a Foggia il risparmio massimo consentito è di appena 171 euro l’anno. Poco meglio va a Catanzaro dove, nonostante la buona volontà  non si superano i 205 euro.

Guardando poi alle singole catene la ricerca assegna la medaglia d’oro della convenienza alla Esselunga che – fra iper e supermercati – si conferma la più votata a politiche di prezzo basso su tutto il territorio, mentre Pennymarket è il top del risparmio fra gli hard discount.

Fonte: Repubblica.it