Wednesday, April 24, 2024

Fotografia dell’ipertensione ligure. Un genovese su tre degli 887 mila adulti nella provincia è a rischio ipertensione. L’alta pressione arteriosa infatti colpisce il 30 per cento della popolazione adulta, raggiungendo quasi il 50 per cento delle persone oltre i 65 anni. Almeno la metà  degli ipertesi non sa di esserlo, solo la metà  di quelli che sanno di essere ipertesi è in terapia e la metà  di questi pazienti raggiunge con la terapia valori normali di pressione arteriosa. Questi sono solo alcuni dei dati esposti nella giornata conclusiva del Forum Nazionale di Medicina Interna in programma in questi giorni a Genova, presso il Jolly Marina Hotel del Porto Antico. Più in dettaglio gli esperti hanno evidenziato come la fotografia della pressione dei liguri, pur non essendo critica come in altre regioni, vede i valore mediani della pressione arteriosa della popolazione sopra la soglia di attenzione: i dati statistici riportano 138-87 mmHg per gli uomini e 130-88 mmHg per le donne. Tra questi addirittura il 36% degli uomini ed il 30% delle donne sono fortemente ipertesi (pressione arteriosa uguale o superiore a 160/95) mentre il 22% degli uomini e il 13% delle donne sono in una condizione a rischio.

Il giorno e l’ora critica della pressione. Ma c’è anche un’altra notizia che emerge dal FOMI ed alla quale tutto l’esercito degli ipertesi deve fare attenzione: c’è un’ora critica, quella delle sette della sera, l’ora del traffico. E’ un’ora critica che per alcuni può essere addirittura fatale. E’ uguale per uomini e donne. Dopo una lunga giornata di lavoro – dice Ettore Malacco, da Genova al congresso su Viaggio intorno all’uomo promosso dal Forum Nazionale di Medicina Interna – il carico di stress, può portare nell’organismo quasi una rivoluzione. La spiegazione scientifica è che l’accumulo di stress incide direttamente sull’aumento dell’attività  nervosa e simpatica. E la pressione può avere un repentino picco che può essere drammatico. Se l’ora è quella della prima sera, il giorno, secondo gli esperti è il lunedàì. Ed anche questo ha una sua spiegazione scientifica. La sera del lunedàì – aggiunge Malacco, – arriva l’impatto di una intensa giornata di lavoro dopo le due giornate del week end solo apparentemente di riposo perchà©: il cibo, più abbondante rispetto agli altri giorni dove di solito (c’è il panino mordi e fuggi), lo sport praticato o solo guardato, gli impegni sociali da rispettare incidono notevolmente sul già  pesante bagaglio di stress. Stress che cresce al solo pensiero di doversi rituffare nella quotidianità  di una settimana fatta di impegni a volte davvero pressanti.

Segnalazione Ufficio Stampa Aristea