Thursday, April 25, 2024

Sul sito dell’Organizzazione Mondiale della Sanità  è disponibile il Rapporto 2003 sulla salute mondiale. Il documento di 194 pagine evidenzia il divario crescente tra le condizioni sanitarie dei Paesi più poveri e il resto del mondo; mentre l’aspettativa di vita cresce nella maggior parte del mondo, nelle aree dell’Africa meridionale l’Aids ha drammaticamente incrementato, rispetto a 30 anni fa, il tasso di mortalità  tra gli adulti. Le morti provocate dal virus e dalle sue complicazioni sono quasi doppie rispetto alle malattie cardiocircolatorie e alla tubercolosi. Il tabagismo è responsabile della morte di cinque milioni di persone ogni anno: oltre 1,2 milioni di persone sono morte per cancro al polmone nel 2002, patologia aumentata del 30% dal 1990 ed in gran parte causato dal fumo.

Il Rapporto dell’OMS ha censito circa 600 milioni di persone con più di 60 anni, la cui cifra dovrebbe raddoppiare nel 2025, per raggiungere i due miliardi nel 2050. I dati riportati nelle pagine del documento ci danno il quadro della situazione attuale:

Il rischio di decesso prima dei cinque anni è di 4 per 1000 in Giappone e di 303 per 1000 in Sierra Leone. Una bambina che nasce in Giappone può infatti sperare di vivere fino all’età  di 85 anni, ma per una bimba nata in Sierra Leone la speranza di vita non va oltre i 36 anni.
Nel 2002, la speranza di vita era di 78 anni per una donna abitante in un paese sviluppato contro i 46 anni per un uomo vivente nell’Africa subsahariana.

L’Africa e i paesi dell’est europeo rappresentano le eccezioni alla tendenza generale all’aumento della speranza di vita: nei paesi dell’ex Unione Sovietica la speranza di vita è diminuita di 2,9 anni per gli uomini e di un anno per le donne nel periodo 1990-2000. In generale, nei paesi in via di sviluppo, il 42% dei decessi avviene presso persone con più di 60 anni, contro il 78% dei paesi sviluppati. Complessivamente, nel mondo, una persona di 60 anni ha il 55% di possibilità  di morire prima del suo ottantesimo compleanno.

Per fronteggiare la situazione, l’OMS auspica la piena ed efficace ricostruzione dei sistemi sanitari. Il sostegno finanziario sommato a miglioramenti mirati dei servizi di salute consentono di evitare a milioni di persone una morte prematura e anni di invalidità .

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