Saturday, April 20, 2024

I dati Istat nella sua indagine annuale sulla povertà  relativa in Italia nel 2005.

DATI REGIONALI – Scendendo nel dettaglio regionale, la povertà  risulta meno diffusa in Emilia Romagna, dove l’incidenza è pari al 2,5%, valore non significativamente diverso da quelli registrati in Lombardia, in Veneto e nella provincia di Bolzano (tutti inferiori al 4,5%). Più elevate, invece, sebbene inferiori alla media nazionale, sono le incidenze osservate in tutte le altre regioni del Centro-nord: dal 4,6% della Toscana al 7,3% dell’Umbria. La diffusione della povertà  nelle regioni del Mezzogiorno è più elevata rispetto al resto del Paese con l’eccezione dell’Abruzzo, dove la percentuale delle famiglie povere (11,8%) è molto prossima a quella media nazionale. Più contenuta, rispetto alla media relativa al Sud (24%), è anche l’incidenza rilevata in Sardegna (15,9%) e in Puglia (19,4%). La situazione più grave è quella delle famiglie campane (l’incidenza è del 27%) e siciliane (30,8%, valore significativamente più elevato anche della media ripartizionale specifica).

FAMIGLIE A RISCHIO – Una famiglia non povera ogni dieci rischia la condizione di povertà , spiega il rapporto dell’Istat. Questo rapporto arriva ad 1 su 5 se la famiglia vive al Sud. Le famiglie povere, quelle al di sotto della soglia di povertà , sono l’11,1%. Ma fra quelle non povere (l’88,9%), il 7,9% rischia di diventarlo e sono considerate «quasi povere», ossia presentano livelli di spesa per consumi superiori alla linea standard di non oltre il 20%. Si tratta, appunto, di una famiglia non povera ogni 10, di una ogni 5 al Sud. Nel 2005, circa 1 milione 179 mila famiglie (5,1% del totale), risultano «sicuramente povere», hanno cioè livelli di spesa mensile equivalenti al di sotto della linea standard di oltre il 20%. Circa i tre quarti di queste famiglie risiede nel mezzogiorno. Risulta invece «appena povero», avendo valori della spesa di non molto inferiori alla linea di povertà  standard, il 6% delle famiglie residenti in Italia, ossia poco più della metà  delle famiglie povere; il rapporto si inverte nelle regioni del Nord e le famiglie appena povere sono quasi il doppio di quelle sicuramente povere (2,9% contro l’1,6%). Le famiglie «sicuramente non povere» sono l’81% del totale ma variano tra il 90,4% del nord, l’88,2% del centro e il 62,7% del mezzogiorno. Ne deriva – conclude l’Istat – che più della metà  delle famiglie non povere (53,8%) risiede al nord.

Fonte: Corriere.it