Tuesday, April 23, 2024

I’indagine sui consumi condotta dall’Istat, nel 2005 la spesa media mensile per famiglia è pari, in valori correnti, a 2.398 euro. Si tratta di circa 17 euro in più rispetto all’anno precedente (+0,7%).
La spesa per generi alimentari e bevande si attesta su un livello del tutto analogo a quello dell’anno precedente (456 euro contro 453). Le uscite familiari per generi non alimentari, anch’esse stabili, passano tra il 2004 e il 2005 da 1.928 euro mensili a 1.941 euro.
L’andamento a livello nazionale è la sintesi di livelli di spesa territorialmente eterogenei che, tuttavia, presentano una sostanziale stabilità  rispetto al 2004. Nel Nord la spesa media mensile delle famiglie è del tutto identica a quella del 2004 (pari a 2.689 euro) e anche le variazioni nel Centro e nel Mezzogiorno non risultano rilevanti: la spesa passa, rispettivamente, da 2.392 a 2.478 euro e da 1.915 a 1.913 euro.

La Lombardia e la provincia di Bolzano sono le aree geografiche con l’ammontare di spesa media piu’ elevato: 2.872 e 3.229 euro, oltre mille euro in piu’ rispetto a quello delle famiglie siciliane che, ancora una volta, mostrano il valore piu’ basso (1.681 euro).

Ad eccezione del Molise, tutte le famiglie residenti nelle regioni del Mezzogiorno destinano alla spesa alimentare oltre un quinto della spesa totale; nel resto del paese soltanto in Liguria e nelle Marche, data anche la consistente presenza di anziani nella prima e di famiglie numerose nella seconda, si raggiunge un valore superiore al 20%.

Cosi’ come le spese alimentari, anche le spese per abbigliamentoe calzature sono fortemente connesse al numero di componenti; nel Mezzogiorno, dove le famiglie sono mediamente piu’ ampie, la quota destinata a questo capitolo e’ dunque piu’ elevata (con un minimo del 6,7% in Sardegna e un massimo dell’8,9% in Abruzzo).

La maggiore ampiezza familiare e’ spesso associata alla presenza di un maggior numero di bambini e ragazzi in eta’ scolare che determinano una propensione piu’ elevata alla spesa per istruzione (si passa dall’1,1% di Campania, Sicilia e Sardegna, al 2,4% della Basilicata).

Tra le famiglie residenti nel Lazio e in Toscanaall’abitazione e’ destinato poco meno di un terzo della spesatotale (rispettivamente, 30,1% e 29,2%); tale quota simantiene comunque sempre al di sopra del 24% in tutte leregioni centro-settentrionali.

La spesa per combustibili ed energianon presenta rilevanti differenze a livello regionale, oscillando tra il 4,3% della Lombardia e il 6,2% della Valle d’Aosta. Marcate sono invece le differenze nelle spese destinate a servizi sanitari e salute, che derivano anche dall’autonomia delle singole regioni nella regolamentazione del settore. Il Trentino Alto Adige (4,9%), in particolare la provincia di Trento (5,5%), la Lombardia e il Veneto (4,5%) sono le regioni con la quota di spesa per sanita’ piu’ alta, mentre le percentuali piu’ basse si osservano tra le famiglie campane e tra quelle residenti nel Lazio (2,7%). Infine, sempre nelle regioni settentrionali risultano leggermente piu’ elevate le quote di spesa per trasporti, per tempo libero e cultura e per ”altri beni e servizi”.

Fonte: Regioni.it