Thursday, April 25, 2024

Presentato nei giorni scorsi a Milano all’Hotel Michelangelo, nell’ambito del Workshop Rischio Cardiovascolare: sindrome metabolica ipertensione ed obesità , il progetto pilota congiunto SIIA – SISA Regione Lombardia. Il progetto, denominato IRGEA (Identificazione Rischio Gestione Efficace e Appropriata) sarà  condotto e coordinato dal dottor Fabio Lucio Albini, dai professori Alberico Catapano, Giuseppe Mancia, Gianfranco Parati e dalla dottoressa Lucia Piantoni. Parteciperanno circa 180 medici di medicina generale (MMG) e gli specialisti di sei presidi ospedalieri lombardi selezionati in base alle capacità  delle loro strutture diagnostiche ed alla loro reale copertura del territorio regionale. Ognuno dei 180 MMG avrà  sotto controllo circa duecento persone, per un totale di trentaseimila pazienti. I MMG saranno oggetto di specifica formazione professionale da parte degli specialisti dei sei centri coinvolti nel progetto. Il progetto SIIA – SISA ha già  ottenuto una valutazione ampiamente positiva da parte della Regione Lombardia.

I principali obiettivi dell’IRGEA sono:

· Monitorare il rischio cardiovascolare in tempo reale,

· Migliorare i parametri che permettono di poter individuare il rischio cardiovascolare,

· Creare una rete dove raccogliere e condividere questi dati,

· Sperimentare un nuovo modello gestionale del problema cardiovascolare con la fattiva collaborazione dei medici di medicina generale

· Quantificare i pazienti a rischio che sfuggirebbero al controllo se i medici si basassero solo sulle carte del rischio

La Lombardia è un campione decisamente rappresentativo della realtà  italiana per quanto riguarda le malattie cardiovascolari e per l’incidenza dei fattori di rischio, – afferma il professor Alberico Catapano, Presidente Regionale SISA ed Ordinario di Farmacologia, Università  di Milano – si pensi che circa il 30 per cento della popolazione generale lombarda è sovrappeso ed addirittura il 38 per cento soffre di pressione alta. Secondo noi la regione Lombardia ha agito bene fino ad oggi nel campo della prevenzione cardiovascolare, ma, per migliorare ancora, dobbiamo investire su di un approccio sempre più integrato alle malattie cardiovascolari, che coinvolga medici di medicina generale, specialisti e presidi ospedalieri.

Il professor Gianfranco Parati presidente regionale SIIA, professore straordinario di medicina interna, Università  di Milano-Bicocca e primario della II Unità  Operativa di Cardiologia e Riabilitazione Cardiovascolare dell’Ospedale San Luca IRCCS, Milano, spiega che: Il nostro vuole essere un approccio pragmatico al problema, basato sull’inserimento delle evidenze scientifiche che sono emerse in questi ultimi anni. Ad esempio per calcolare meglio il rischio cardiovascolare effettivo riteniamo che sia corretto integrare lo screening delle carte del rischio cardiovascolare fornite dall’Istituto Superiore di Sanità  con ulteriori dati. Questi includono le informazioni fornite dagli esami strumentali per la identificazione del danno d’organo dell’ipertensione arteriosa (ecocardiogramma, ecodoppler dei tronchi sovra – aortici e la ricerca della microalbuminuria nelle urine), i parametri per la identificazione della sindrome metabolica ed una più attenta classificazione sulla base della storia clinica individuale del paziente. L’impiego di maggiori risorse nella prevenzione cardiovascolare significa ottenere una diminuzione dell’insorgenza di malattie fortemente invalidanti, in primis ictus ed infarto del miocardio. Questo per cercare di salvaguardare meglio la salute dei cittadini e insieme tenere sotto controllo le voci di maggior spesa del sistema sanitario.

Andrea Comaschi – Aristea Roma