Saturday, April 20, 2024

Anche in Italia nel giro di pochi anni si sono moltiplicati i casi di microcredito, nuovo strumento per combattere l’esclusione sociale dei soggetti più a rischio, come disabili, immigrati e donne, attraverso l’offerta di un sostegno economico. I prestiti, alternativi a quelli di natura bancaria che sono fuori dalle possibilità  di tali persone, sono solitamente destinati alla creazione di micro imprese, o sono di tipo socio assistenziale oppure rappresentano dei finanziamenti a cooperative e realtà  del terzo settore.

Ovviamente non sono richieste garanzie patrimoniali, ma esclusivamente di tipo personale (affidabilità  della persona e validità  del progetto) e i tassi di interesse sono molto bassi o addirittura assenti. Solitamente sono le organizzazioni di volontariato a selezionare le persone che richiedono il prestito e ad analizzare i progetti, successivamente le proposte vengono inoltrate all’ente erogatore, banca o ente pubblico, che provvede a elargire il denaro. L’ente non profit provvede a gestire il fondo di garanzia. Due esempi su tutti: attualmente è attiva una collaborazione del genere tra Caritas Italiana e Banca Etica e tra Fondazione Risorsa Donna e la Compagnia San Paolo. In altri casi è direttamente l’ente pubblico che si fa garante. Un caso particolare è invece la Mag2 finance, una cooperativa sociale che concede microcrediti basandosi unicamente sul proprio capitale sociale.

Il Sole 24 Ore

Fonte: Auser